Perché Big Luca ci ha querelati, analisi del declino

Perché Big Luca ci ha querelati, analisi del declino

Perché Luca De Stefani, in arte Big Luca, ci ha querelati per diffamazione? Da quando ne abbiamo parlato nell'ultima live, questa domanda ci ha decisamente bombardati. Tante le ipotesi, anche plausibili, arrivate sia dai nostri follower che da chi aveva "il più milionario di dubai" (come si è autodefinito tante volte lui stesso) in simpatia.

Proprio mentre preparavo la memoria utile per affrontare al meglio l'interrogatorio richiestomi dal PM, la motivazione primaria mi è apparsa in maniera via via più limpida e coerente.

Anticipo l'intuizione, per poi (come da abitudine) argomentarla in maniera approfondita, con elementi probatori alla mano, subito dopo.

In estrema sintesi, il sior De Stefani ci ha querelati perché siamo stati capaci di distruggere la sua narrativa finto-autoironica da bonaccione comunque competente in determinate materie e distante dall'universo "fuffaguresco", che pure ha contribuito a creare (sempre per sua stessa ammissione/vanto). Non solo: siamo diventati per diversi aspetti più rilevanti di lui, spendendo zero in advertising, proprio smontando e sottolineando i suoi scivoloni, le contraddizioni, quando non proprio le ciclopiche (e fuorvianti) panzane diffuse. Ad esempio, in questa interessante intervista su MowMag, dove analizziamo i suoi primi, marchiani errori di comunicazione ed iniziamo a tirar via le prime maschere.

Big Luca si riabilita da fuffa guru su YouTube? Germano Milite (Fufflix): “Doveva andare in pensione, ma si è fatto malissimo…”. E sugli annunci non rispettati, le critiche al mercato italiano, le testimonianze e Scuola per ricchi… - MOW - Mowmag.com
Cosa rimane del mercato dei fuffa guru? Di coloro che facevano i video da Dubai poco. Per fortuna. Ma il capostipite (a suo dire) dei formatori è tornato con una serie su YouTube. Stiamo parlando di Big Luca. Abbiamo chiesto a Germano Milite di Fufflix di dirci la sua: “Non è più come due anni fa, le interazioni sono molto inferiori”. Poi ci racconta di come, dopo Scuola per ricchi, Luca pensasse già alla pensione, delle false “prime volte” nella comunicazione ed evoca un’immagine per spiegare la scelta (controvoglia, pare) del guru di rimanere nel mercato italiano: “È come andare al fast food potendosi permettere un ristorante stellato. Chi ti obbliga a rimanere?”

In questo corposo approfondimento, faremo dunque una lunga ed in certe parti sia esilarante che istruttiva carrellata nel meglio del peggio dell'universo bigluchiano che siamo stati in grado di raccontare, evidentemente con lucidità, competenza e soprattutto documenti e prove alla mano.

Un dettaglio dopo l'altro, sarà sempre più evidente come la community in generale e non certo solo il sottoscritto hanno via via smascherato il piacione con società tra Panama e Dubai (e conti correnti in Svizzera).

Partiamo proprio con un contributo dalla community, eccelente. Analisi della "Protect Your Wealth" (che trovate in prima su Google se digitate "Protect Your Wealth Big Luca), una delle aziende "punte di diamande" ricollegabili al De Stefani. L'analisi è impietosa poiché, come sempre, è suffragata da ampi contributi documentali oltre che dalla competenza di chi l'ha scritta. Vi consiglio di leggerla con cura (non è lunga) prima di proseguire.

Big Luca, Protect Your Wealth e la fuffa purissima
Fuffa purissima. L’espressione “fuffa purissima” è una genialata di Germano Milite, che mi fa sempre schiattare dal ridere (al tempo stesso rabbrividire)… perché è un’invenzione di una chiarezza straordinaria, secondo me, che lascia pressoché senza parole, nella sua performante semplicità. Ha un non so che di mistico… di risolutivo. Fuffa purissima. Con due “effe” e due “esse”. Bellissima. Mi ricorda William Burroughs, lo scrittore, quando nel suo omonimo libro descriveva il “pasto nudo…

Pezzo di "Sirc" su fuffapedia.com

Dopo questa prima crepa, la mano di Fufflix ha continuato denudare il re del marketing emiratino, cialtronata dopo cialtronata, balla dopo balla; contraddizione dopo contraddizione. Altro esempio eclatante è la maldestra "marchetta" ospitata dal noto Youtuber Redez, che ha simulato un'intervista a Simone Caloni (uno dei "manager" della Big Luca International), esordendo con una domanda che insultava l'intelligenza dei suoi follower, non a caso rivoltatisi fino a costringere il padrone di casa a disattivare i commenti sotto il suo video. La domanda/assist era:"Ma Big Luca è un truffatore?" e ci permette di togliere il velo sulla prima, grezza tecnica retorico-dialettica per provare a rendersi intoccabile.

Oltre 50000 visite, più di 2000 like ed oltre 300 commenti sono i numeri della live che vedete sotto, dedicata proprio al "fattaccio". Il clima generale nei confronti del fino a poco tempo prima ben meno criticato "guru" è lampante.

La tecnica, grossolana, Big Luca ha provato a proporla spesso: critiche chiaramente stupide, strumentali, ridicole, utili solo per conferire un'aura di intoccabilità. Io l'ho definito "effetto martire" e ne ho goduto personalmente, quando i miei detrattori mi hanno attribuito fatti del tutto inventati, o quando hanno al contempo provato a dipingermi sia con un abile truffatore di fondi pubblici (sic!) che come un morto di fame incapace di provvedere alla sua famiglia.

Quando le critiche sono di questo tipo, ovvero così demenziali, chiaramente manipolate dall'odio e contradditorie, sono di sicuro molto odiose. Causano stress, fanno incazzare ma...allo stesso tempo diventano spesso un assist per il criticato e ne rafforzano l'autorevolezza. Di fatto è come vedere qualcuno che evita diversi sgambetti maldestri e scorrettisimi di fila, restando sempre in piedi. L'impressione sarà che è sul serio difficile farlo cadere. Peccato che, quegli sgambetti, nel caso di Big Luca, fossero visibili da un miglio e quindi facilmente contrastabili.

Non solo: a differenza di quelli che ho subito e "scansato" io, erano concordati a tavolino:"Allora, Luca: io ti chiederò se tu sei un truffatore o usi un green screen per simulare la tua residenza a Dubai e tu risponderai sorridendo che non lo sei e poi insieme rideremo dei tuoi hater invidiosi".


L'EFFETTO MARTIRE, SFRUTTATO BENE


Persino quando è andato in tv, De Stefani ha goduto di un contraddittorio che probabilmente si è dimostrato non proprio all'altezza: poco preparato, esagerato negli attacchi, inutilmente rancoroso. E lui era lì, apparentemente sereno, con il suo sorriso pacioso che passava appunto per povero martire messo in un'arena contro 3-4 avversari ad urlargli contro. Loro digrignavano i denti, lui sorrideva bonario.

Un ambiente ideale, per chi come De Stefani sa simulare grande autocontrollo ed è in grado di parlare per decine di minuti di fila senza dire nulla. Il parolaio minimamente abile sguazza nella caciara (e nella poca preparazione altrui).

E non credo sia solo un caso che De Stefani sia andato ospite praticamente ovunque, accettando confronti al Cerbeo Podcast (ed uscendone bene per la non bastevole competenza specifica dei suoi "avversari") o Rick Dufer (idem). Invitato più volte ad un confronto nel merito di quanto avevamo scoperto sulle sue landing, le sue pubblicità, le sue promesse non mantenute in merito a chiusure e prepensionamenti, nonché i suoi "dogmi" sul marketing online, ha sempre fatto finta di nulla.

Addirittura, quando sono stato all'evento di Mik Cosentino nel dicembre 2023, De Stefani ha spostato per ben due volte l'orario del suo intervento, per puro "caso" in base all'orario in cui io sarei dovuto ritornare, lasciando azitempo l'evento per questioni familiari.


LE CRITICHE COMPETENTI, NEL MERITO


Le difficoltà crescenti nella conversione di nuovi clienti (ma probabilmente anche nella "ricoversione" dei fidelizzati), oltre ad essere ammesse indirettamente dallo stesso De Stefani, erano evidenti anche da scivoloni come questo: un grossolano fake counter comparso su un'altrettanto grossolana landing page che vendeva il solito corsetto svoltavita: bastava ricaricaricare la pagina ed il countdown ripartiva da 27 minuti.

Contestualmente, Big Luca provava il grande colpo finale lanciando la cosiddetta "Scuola per Ricchi", progetto nato morto già a partire dall'improbabile naming scelto (da secidenti esperti di marketing, tra l'altro), che suonava tanto di autoparodia. Che poi è proprio la costante, almeno apparente, verve auto-ironica e tra il serio ed il faceto che ha aiutato De Stefani a farsi perdonare "mitomanate" come "sono il più milionario di Dubai" o "sono il marketing adivsor più pagato al mondo"

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Ascoltavi certe panzane, certe affermazioni ridicole e grossolane e pensavi:"Vabè, ma il Big è fatto così, sta scherzando". Una strategia in buona parte vincente, fin quando le cialtronate, le contraddizioni, le fesserie non sono diventate troppe e troppo clamorose per essere derubricate a boutade perpetue.

Al di là di Scuola Per Ricchi, che ha costretto De Stefani a tornare in pista (dopo neppure due mesi) e in prima linea, dopo aver ripetuto per oltre 2 ore di webinar di lancio che sarebbe andato in pensione e non avrebbe mai più venduto corsi (perché "il mercato dell'infobusiness è morto, signori"). Al di là di quello che SPR prometteva di fare, ovvero di garantire introiti pazzeschi vendendo "pacchetti" formativi che arrivavano a sfiorare i 20.000 euro l'anno (e ricordavano troppo lo schema già noto di "MOBE", azienda poi chiusa per pubblicità ingannevole).


LO SCANDALOSO CRYPTOBOT E LE VIOLAZIONI DEL TUF


Dicevamo, al di là di questi già gravi scivoloni, sono iniziate a spuntare landing page improponibili come quella dove il Biggone vendeva monnezza sanzionabile come il "cryptobot". Potete vedere l'imbarazzante scempio qui. In generale, come abbiamo dimostrato in maniera accurata in questa parte della live linkata sopra, la sua credibilità/reputazione e la sua rilevanza ha subito un crollo verticale negli ultimi anni.

A titolo di mero esempio, comunque, nella lading appena citata troverete promesse che parlano, letteralmente, di "rendite passive automatiche" che arriveranno nelle tasche dei fortunati fruitori del bot "senza fare nulla". Non solo: di fatto, senza neppure capire come funzionerebbe questo bot magico che, promette la pagina di vendita, vi farà guadagnare sia quando le crypto scenderanno, sia quando saliranno di valore.

In automatico, senza analizzare "noiosi grafici" o seguire le notizie. Se volete leggere un'analisi puntuale, che cita anche i diversi articoli del TUF e del codice al consumo violati da questa proposta biguluchiana, sotto potete scaricare l'ottimo documento redatto da Flavio Ferrara, anche lui dalla community di Fufflix. Consulente iscritto all'albo OCF.


FUFFLIX: DA IRRILEVANTE A SPINA NEL FIANCO


Alla luce di quanto sin qui esposto (e dimostrato), confidiamo che sarà ormai chiaro il motivo per il quale De Stefani ha accuratamente evitato ogni confronto su Fufflix, dove pure sono venuti come ospiti diversi personaggi duramente criticati (Luca Valori, Thomas Macorig, Federico Pistono), trovando sempre e comunque un clima sereno e la possibilità di replicare alle critiche anche (legittimamente) aspre mosse loro dal sottoscritto e dalla community.

In altri casi, come in quello di Giampaolo Morini, il "guru" è persino entrato rimborsando poi in diretta i suoi clienti scontenti. E allora, come mai, il guru dei guru, colui che si considera il "creatore" dell'infobusiness in Italia, il migliore di tutti, il più corretto e meno attaccabile poiché sul serio preparato, ha sempre chirurgicamente evitato il confronto diretto in diretta?

Ora a dimostrazione di come si sforzava di mostarsi nei nostri confronti il "guru dei guru", guardate attentamente questa breve clip che lo staff di Big Luca ha prima pubblicato e poi, accortosi dell'errore, provato a far sparire. Siamo durante un'intervista a Gurulandia e, Marco Cappelli, cita proprio Fufflix (per spacciarla strumentalmente come realtà "contro i corsi") a De Stefani, che subito taglia corto e chiede, retorico:"Devi proprio nominarli questi?".

Non pago, aggiunge:"Ma perché devi fare pubblicità a chi non la merita?". Peccato che Cappelli mi avesse invitato proprio poco prima per un'intervista, dandomi quindi un bel po' di visibilità. Improbabile che "Big Luca" non lo sapesse.

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Probabilmente, alla luce del confronto sempre negato, tanto da apparire quasi una fuga sistematica dal dibattito nel merito (anche tecnico) con un intervistatore competente nelle stesse materie che De Stefani vuole insegnare con tariffe da 20.000 euro a giornata, possiamo dire che il non volerci neppure nominare era frutto di timore, più che amore per la meritocrazia abbinata alla visibilità concessa.

Del resto, quando non la si può buttare in caciara perché qualcuno ti urla contro:"Sei un truffatore" o non sa cosa siano un lead, un funnel o le KPI, come fare a spiegare i counter falsi? Le promesse di rendite automatiche e passive grazie ai bot? O la creazione di pessimi cloni che per anni hanno infestato il mercato dell'infobusiness con prodotti formativi più che disponibili? O, ancora, l'aver detto un attimo prima che il mercato dell'infobusiness è morto e sepolto a causa (anche) delle pratiche scorrette dei tuoi colleghi e, l'attimo dopo, aver proposto un inforprodotto da 47 euro, con sconto del 96% e fake counter?

A questa chiara, sistematica negazione "esclusiva" di confronto, De Stefani ha poi abbinato un altro grave errore, tipico di chi vive nel vortice del cosiddetto "positivismo tossico", ovvero l'incapacità cronica di ammettere errori, di dire:"Sì, abbiamo sbagliato tutto, scusate".
La pretesa d'infallibilità da chi sta facendo collezione non solo di flop, ma anche di contraddizioni ed inversioni continue di rotta, al di fuori della bolla di yesman e fanboy acritici, dà un pessimo quadro. Mostra non esclusivamente poca competenza proprio in ciò che vuoi insegnare, ma anche idee confuse ed incapacità di essere professionali, maturi e consapevoli nelle scelte.

E, quando il tuo potenziale cliente ti vede brancolare nel buio ed al contempo incapace di rendertene conto, il rischio che tu faccia la fine di "Steel", il villain del film d'animazione "Balto" è molto alto.

Steel era infatti inizialmente un leader, temuto e rispettato. I suoi compagni di slitta lo seguivano ciecamente, gli altri cani lo ammiravano. Quando però, avendo perso la strada verso casa, si ostina con rabbia a negare il suo chiaro spaesamento ed i numerosi errori commessi fino a quel momento, Steel inizia a perdere la sua leadership fino a quel momento indiscussa. Viene poi isolato definitivamente e da tutti quando Balto ritorna a casa con il resto della squadra e racconta il comportamento scorretto e vigliacco dell'oramai ex leader.

Potremmo dunque definire certi comportamenti come "Sindrome di Steel". Valutate voi se possiamo affiancarla anche al signor De Stefani.

Steel spocchioso, da "Balto"

OK, MA QUINDI COME MAI TI HA QUERELATO?


Come abbiamo visto, dunque, le critiche competenti, intellettualmente oneste e ben documentate mosse su Fufflix sono probabilmente diventate un vera e propria spina nel fianco per De Stefani ed il suo team, già probabilmente alle prese con un calo significativo del volume d'affari (e magari anche l'abbandono di figure importanti e "storiche" come l'ex "CEO" Cicchinelli).

De Stefani e company non hanno più potuto agevolmente rivestire il ruolo delle vittime ingiustamente attaccate da chi non era in grado di capire l'enorme valore della loro formazione (ricordiamo che, insieme allo psicologo Edoardo Giordano, abbiamo smontato pezzo per pezzo, titoli e competenze e fonti alla mano, anche il tanto declamato corso sul "mindset").

Così, magari, il sior De Stefani ha pensato che l'unica strada per riguadagnare un po' di credibilità e frenare il tracollo, fosse quella di ottenere almeno una condanna in primo grado per il sottoscritto. In modo da poter così tagliare corto con i non pochi che lo incalzano dicendo:"Lo vedi? Milite alla fine ci diffamava". Quale modo miglior per evitare di rispondere nel merito, riguadagnando così lo scettro di "diverso e migliore" rispetto ai competitor?

Beh buona fortuna...a noi, ovviamente.