L'alienazione parentale è una bufala antiscientifica?

A Roma FDI lancia un centro antiviolenza per uomini maltrattati ed insorgono Valeria Valenta e varie associazioni femministe, che tuonano:"Iniziativa basata su costrutti antiscientific". Ma è sul serio così?

L'alienazione parentale è una bufala antiscientifica?
Photo by Zachary Kadolph / Unsplash

Da giorni, dopo la proposta del VI Municipio di Roma di istituire un centro antiviolenza anche per gli uomini, è esplosa la polemica. La riporta, con un'opinione chiaramente ben delineata, anche il Fatto Quotidiano con questo approfondimento di Youssef Tabi. Ne parleremo anche noi, nella live dell'8 luglio alle ore 15, con ospite la dottressa Fulvia Siano, psicologa clinica, giurista e presidente del centro antiviolenza (aperto a tutti) "Perseo". Se non lo avete ancora fatto, potete lasciarci un like per aiutarci con l'algoritmo di Youtube, dando così massima visibilità ad un tema delicato quanto importante.

Dicevamo, comunque, che l'iniziativa ha fatto insorgere diverse associazioni contro la violenza sulle donne, come anche la senatrice Valeria Valente, che su Facebook lancia scrive questo post.

La stessa Valente, a dire il vero, cade in un errore di comunicazione abbastanza grossolano, perché costruisce il suo comunicato social in maniera maldestra, con un semplice screen che sembra proprio vederla scagliarsi in maniera scomposta e libertidica (qualcuno potrebbe dire criptofascista) verso una semplice iniziativa a tutela degli uomini maltrattati. Come se fosse vietato a prescindere anche solo concepire l'idea che, la violenza, non sia subita solo da un genere (il femminile) e perpetrata in via esclusiva da un altro (quello maschile).

I commenti al post, infatti, sembrano avere un unico tenore, di forte critica nei confronti delle parole della senatrice. Eppure, almeno parte delle rimostranze, sono fondate e partono cioè da un tem, utilizzato dalla giunta FDI propositrice, ovvero la teoria dell'alienazione parentale, in effetti controversa e ancora tutt'altro che risolta a livello di dibattito tra specialisti (psicologi e giuristi, in primis).

C'è però una mistificazione, da subito: si parla infatti, nel pezzo del Fatto Quotidiano e sui comunicati di sdegno, di una "tesi antiscientifica" e "senza dati a supporto" che si vorrebbe portare alla ribalta per meri fini ideologici. Ma è sul serio così?

La risposta, come quasi sempre, non è un semplice "sì" o "no", macrotema da affrontare senza pregiudizi, secondi fini e la tanto criticata ideologia. Prima di tutto, la teoria sul serio controversa e ritenuta (a ragione) scientificamente poco solida è quella risalente agli anni l'80, definita come"sindrome di alienazione parentale" (PAS).

Una teoria che, in effetti, sposta sui figli alienati l'analisi, arrivando a diagnosticare presunte malattie mentali connesse al macrofenomeno dell'alienazione parentale.

La letteratura scientifica recente, infatti, spostando il focus sui genitori e valutando quindi l'azione alienante prima ancora del trauma post evento, ha studiato eccome il fenome. Ed ha raccolto numerosi studi e dati che meritano un approfondimento, al di là dei consueti stereoptipi e pregiudizi di genere, che contro l'uno o l'altro sesso hanno sempre e comunque effetti deleteri.

Di seguito, in un report molto corposo ed approfondito, abbiamo raccolto gli studi e le ricerce effettuate negli ultimi 45 anni, con numerose fonti (nazionali ed internazionali) diverse ed uno sguardo completo e scevro da preconcetti. Oltre al report, riservato agli iscritti, anche l'audio podcast che sintetizza e spiega in maniera chiara tutti i concetti chiave che ruotano intorno all'alienazione parentale ed ai suoi effetti su genitori e figli che affronta il troppo spesso drammatico e doloro processo di separazione.
Probabilmente, il report, lascerà delusi sia gli esponenti misandrici che quelli misogeni, essento una sintesi "science based" che ha l'obiettivo di riportare fatti e non mere opinioni e sensazioni dei singoli.

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