La verità su Matteo Argieri e i guru dell'ecommerce

La verità su Matteo Argieri e i guru dell'ecommerce

Ok, prima domanda legittima: chi è Matteo Argieri? Premesso: al contrario di ciò ha provato a far passare come mia narrazione, il ragazzo in questione non è stato da me dipinto come un pericoloso criminale di guerra, un serial killer, uno spacciatore di metanfetamine o anche "solo" un bieco truffatore. E quindi possiamo confermarlo da subito: il nostro Argieri non è un fuffaguru. Sarà pure un permaloso, un mistificatore, un furbetto, un fuffaguru...ma vi assicuriamo che non è una pornostar.

Citazioni simpsioniane a parte, nella clip dello scandalo mi sono limitato a stroncare il suo modo di comunicare e promuovere la sua attività di formatore nel settore ecommerce, partendo da un suo ban preventivo su IG, al mio profilo personale e a quello di fufflix (naturalmente legittimo, ma sospetto). La mia replica alla replica sarà comunque corposa e dettagliata, perché ritengo valga la pena chiarire sempre meglio i punti fondativi della nostra missione ed offrire a ragazzi che hanno del potenziale degli spunti per migliorarsi e fare un po' di sana autocritica.

La clip dove critico il marketing di Matteo Argieri

Nel video, inoltre, contesto anche alcune sue affermazioni un po' troppo assolute (e chiaramente finalizzate a vendere le consulenze ed i corsi del caso) sull'importanza primaria del marketing ed in particolare degli "angoli di vendita", che addirittura sarebbero più importanti del prodotto.

Argieri, nel suo lungo video di replica che vi linko sotto ed al quale do con piacere massima visibilità, mistifica grossolanamente la mia critica contestualizzata e specifica e la trasforma in un brutale e mistificato:"Milite ha detto che conta solo il prodotto e che il marketing non serve a niente". Cosa mai asserita, ovviamente.

Il prodotto è il re, infatti, significa (naturalmente) che ciò che vendi resta più importante di come lo vendi, non che il come lo vendi non conta nulla e non può fare anche enormi differenze, magari soprattutto nella fase di lancio e quindi con il brand ancora da costruire e consolidare. In quel caso certo che il marketing diventa cruciale, ma se sempre secondario rispetto all'oggetto della vendita.

Non solo: aggiungo che, chi mi segue, sa che da sempre sostengo apertamente quanto in molti casi finanche la vera e propria pubblicità ingannevole funzioni alla grande, così come il marketing aggressivo, almeno nel breve periodo. E funziona così bene che è considerata pratica illecita non solo per danno ai consumatori, ma anche perché è come una sorta di "doping" che fa agire in regime di concorrenza sleale.

Tutto qui. Fine. Capisco, però, che Matteo si sia sentito violentemente attaccato dalla definizione di "fuffaguru dell'ecommerce", nella quale non vuole assolutamente rivedersi. E trovo assolutamente comprensibile il suo tentativo di contrattacco, con un titolo che parte già male:"La verità su Fufflix". Le basi, amico mio: se vuoi stroncare un contenuto che sostieni sia fazioso e sensazionalistico nel titolo, non puoi farlo con un clickbait così scomposto.

Vi posto intanto la sua replica, che vi invito a vedere integralmente e senza pregiudizi (accetto anche il thumbnail con il naso da pagliaccio, a proposito di non voler insultare nessuno).

Ecco, il primo errore di comunicazione marchiano del buon Matteo è proprio questa incoerenza tra il tono pacato, educato e pure rispettoso che ha per praticamente tutto il video, la copertina, il titolo del filmato e soprattutto i commenti gravemente insultanti nei miei confronti (che vi mostro poco sotto) che lui ha personalmente approvato, praticamente applaudendoli. Il tutto, dopo essersi lamentato per un paio di innocue battute fatte dalla mia chat durante la live dove lo criticavo (al solito: gli insulti agli altri vanno bene, quelli a te sono lesa maestà).

Non funziona così: se vuoi mostrarti tranquillo e non violentemente belligerante, devi poi dissociarti dai commenti che offendono sul personale chi vuoi contestare legittimamente e nel merito. Altrimenti risulti paraculo, ergo pure meno rispettoso di chi invece di insulta e poi in coerenza approva gli insulti.

I rancorosi aggressivo-passivi sono molto peggio dei fumini autentici. Segna anche questo, Mattè.


INSULTI BECERI APPROVATI DA ARGIERI


In particolare lascia sgomenti il commento di tale "Lorenzo Catalano", che dopo avermi diffamato sul piano professionale, mi invita ad andare prima a lavarmi e poi a lavorare. Con il sensibilissimo e pacatissimo Argieri che risponde:"Grazie Lorenzo", aggiungendo un cuore. Ma, come? La mia è una community tossica che banni preventivamente e poi nella tua ringrazi chi offende in questo modo?

Gli altri dolci epiteti della "selezione" potete leggerli qui di seguito. E pensare che, come detto, il wannabe guru in questione, sostiene di avermi bannato preventivamente su Instagram perché avrei una "community tossica". Strano, perché nessun professionista ed imprenditore serio nel mondo dell'ecommerce la pensa come lui. Anzi: i ban preventivi arrivano da chi ha solitamente qualcosa da nascondere. O ci detesta perché gli roviniamo il mercato del pollame.

Eh sì, perché un'altra lezione che il giovanissimo Matteo Argieri dovrebbe imparare, è che l'accreditamento non può essere autoreferenziale o proveniente da sorelle e cugini (sì: hanno commentato in suo favore anche il cugino e la sorella, come vedremo dopo) e/o studenti 20enni senza esperienza, ma da altri esperti riconosciuti nel campo dove ritieni di essere preparato.

Strano, infatti, giusto per fare qualche esempio, che il ban preventivo venga da un Argieri qualunque e non da un Nico Nuzzi (oltre 10 anni di storico nell'ecommerce, inclusi dropshipping e whitelabel), un Paolo Picazio (head of shopify italia) o un Francesco Chiappini (Ecommerce School), che anzi ci vedono come importante punto di riferimento e confronto sul tema.

Fossi in Argieri (e nella sua community) rifletterei su questo: lui ha sentito il bisogno di chiudermi fuori dai suoi contenuti (salvo lamentarsi che non li ho visti tutti prima di criticarlo) senza aver mai interagito con me, mentre altri esperti molto più accreditati di lui mai si sarebbero mai sognati di farlo. Penso sia un buon punto di riflessione, no? In merito a come lui è percepito al di fuori della sua (micro)bolla e a come percepisce le critiche, argomentate e nel merito e mai sul personale.


L'IMPORTANZA DELLA PADRONANZA DELL'ITALIANO


Sapete bene, se mi seguite un minimo, quanto io batta forte sulla necessità di una padronanza eccelsa della nostra lingua madre se si vuole fare formazione e comunicare in pubblico. Ne abbiamo parlato anche oggi nella superstimolante intervista con il docente e filosofo Bruno Mastroianni: se vuoi comunicare in maniera efficace e risultare credibile, soprattutto quando hai quella spocchietta tipica di certo gurismo impenitente, devi essere un "palestrato" del dibattito; un mago della dialettica. Saper leggere ed interpretare in maniera sopraffina testi scritti e parlati. Di base, almeno coniugare alla perfezione i verbi.

E come se la cava il sior Matteo in tal senso? Non alla grande, purtroppo per lui. Nella sua replica, già dopo 39 secondi, dice:"Questo video voglio che sarà". Ok, si sarà emozionato e non avrà visto lo strafalcione neppure in fase di editing. Ok, anche quando dice "risultanti tangenti" invece di "tangibili" magari è preda di un mero lapsus (lo so: sono troppo buono).
Anche se non era in diretta e poteva editare, non aggrappiamoci al paio di vongolate o al classico "fai azione" da sangue alle orecchie. Solo che poi andiamo avanti e...il signor Argieri si lamenta per un commento scritto da un utente in chat durante la mia live. Il commento recita. riferendosi a lui:"Sembra la brutta copia di Anima" (un influencer sul quale abbiamo fatto un gate al Cerbero Podcast).

In effetti c'è una somiglianza tra i due, ma Argieri dimostra di non conoscere il senso figurato di questo diffusissimo modo di dire e si convince che significhi:"Sei più brutto di Anima". Facepalm d'ordinanza, signori e signore.

Un po' come se mi sentissi esteticamente sminuito da uno che mi dice:"Sei la brutta copia di Travaglio". No, amici guru e leccaguru:"Sei la brutta copia" va letto ed interpretato in senso meramente figurato, generale, ascrivibile ad una emulazione maldestra, non all'altezza in senso generale, che è semmai esempio di trash (solitamente involontariato). L'estetica non c'entra nulla, soprattutto quando non stiamo parlando di fotomodelli.

Commento della sorella di Argieri

Purtroppo, anche la sorella, intervenuta (insieme al cugino) per difenderlo, commette lo stesso marchiano errore e mi accusa di aver toccato l'aspetto estetico, per altro senza neanche aver lasciato personalmente quel commento. Cosa invece approva a livello di insulti beceri a me rivolti il fratello, lo abbiamo visto sopra.

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ANDIAMO NEL MERITO: ARGIERI È COMPETENTE? ED IO POTREI ESSERE UN FUFFAGURU?


"Ok, Germà: questi non sono dei maestri della dialettica, inciampano sull'italiano di base ed usano vittimismo e doppiopesismo. I loro fan sembrano ivasati acritici e ti offendono pure. Nulla di nuovo. Però 'sto Matteo ha fatto 45 minuti dove mostra dashboard, numeri, linguaggio tecnico, padronanza del tema, esempi pratici e pure un paio di prodotti che avrebbe venduto con successo. Ci sono pure suoi profili TikTok in chiaro. Ma è competente o no?".

So che tanti di voi, a questo punto, legittimamente stanno pensando qualcosa del genere. La mia risposta, dopo aver visto il video integralmente è...dettagli a prescindere poco rilevanti e comunque in suo ulteriore sfavore in caso di risposta affermativa. Esatto, Mattè: ti sei dato una potenziale, enorme zappa sui piedi gurini.

Mi spiego, dovendo ripetere un concetto ribadito fino alla nausea: tra i fuffaguru potrei rientrare totalmente anche io, se forte della mia competenza ed esperienza verificata e verificabile nel settore ecommerce, mi mettessi a fare reels alla Argieri, o peggio ancora a fare video dove mostro come lanciare "Ecommerce a costo zero" (a proposito di vedere altri suoi contenuti prima di giudicarlo). E sarei ancor più criticabile e pericoloso, per certi versi, rispetto ad un totale incompetente che si limita a simulare padroanza. Perché io mentirei ed ometterei e semplificherei sapendo bene quanto è scorretto farlo.

Il tema primario e sempre centrale, qui, infatti, non è se Argieri è un super esperto o meno, ma come comunica, cosa vende e a chi. Perché è quello che noi critichiamo, arrivando ad individuare fuffa anche in campagne lanciate da realtà come la Apple (la pubblicità ingannevole spesso coinvolte brand noti o vere e proprie multinazionali).

Se Argieri è così competente come intende mostrare (e nessuno qui nega che abbia un minimo di esperienza e padronanza nel settore), semmai le sue pubblicità ed i suoi contenuti sono ancora meno scusabili, perché lui sa (come saprei io) ed omette, minimizza, si dedica al riduzionismo tipico proprio dei fuffari quando prova a vendervi il suo corso e le sue consulenze.

Quando, cioè, agisce e comunica come quelli che si "scordano" di parlarti della partita iva da aprire per legge, con relativi costi anche di gestione (e minimali ivs da 4000 euro annuali da pagare a prescindere dal fatturato). Quelli che non ti parlano delle rogne amministrativo/fiscali lato corrispettivi e/o versamento dell'iva intracomunitaria se vendi anche all'estero. Quelli che ti mostrano 9 volte su 10 i fatturati (lordi) e non le spese ed i margini sia lordi che netti, sia pre che post imposte.

Quelli che ti parlano di "lancio a costo zero e tutto in organico" usando un cazzo di account TikTok creato il giorno prima omettendo che, anche fosse possibile, ciò richiederebbe comunque molte ore di lavoro, competenze ed esperienze specializzate non banali e proprio l'acquisto dei loro corsi e delle loro consulenze, che non mi sembra siano a titolo gratuito. Già solo impiegare 24 ore del tuo tempo, ha un costo. Non è gratis. Parlare di "costo zero" per un'attività commerciale è già di per sè fuorviante. Ed è ciò che conta, al di là delle competenze e semmai con queste ultime che sono una aggravante quando presenti.


COSA MANCA ALLA REPLICA DI ARGIERI E DOVE TROVARLO


Magari i più accorti e/o competenti avranno poi notato una gravissima mancanza nella replica del signor Argieri, a livello di trasperenza e verificabilità non tanto delle sue reali competenze, ma della cosa ben più importante, ovvero della regolarità di quanto fa. La ragione sociale della sua o delle sue società di ecommerce? La partita iva? La sede legale? Opera dall'Italia? Ha dipendenti e collaboratori? Ha ecommerce che durano da almeno 2-3 anni o vive di trend product (che hanno tutt'altre dinamiche di lancio e gestione)?

Ok il prodotto per attaccare i cellulare sotto al banco (grandissima qualità, eh) e la ciotola con fontanella per cani con gli angle comunque sbagliati e concepiti male (come dimostrerò nella live reaction ad hoc martedì prossimo), ma come, dove con quale soggetto giuridico hai venduto questi prodotti? Per quanto tempo? Con quali volumi verificabili a parte le 3 dashboard in croce mostrate per un mese scarso totale nel video? "La gente non è stupida", mi ammonisce il buon Matteo. Eh, appunto: in particolare quelli che seguono Fufflix non sono boccaloni come chi compra corsi dai ragazzini che si sentono esperti assoluti dopo 2 anni sul mercato.

Ancora: i tuoi studenti? Dove sono i loro store? Le loro partite iva? Qual è il tasso di successo a 2-3 anni dei loro ecommerce? Vuoi fare il fenomeno che "smaschera Fufflix" e poi ti presenti con queste carenze gravissime e la solita pagliacciata (a proposito di circo) del fantomatico "NDA" che dovrei firmarti, per poter vedere i tuoi segretissimi ecommerce? E dell'ancor più ridicolo "confronto in privato" che dovrei accettare, perché in pubblico non vuoi confrontarti (con la scusa facile del "circo" che vorresti evitare).

Fino a prova contraria potresti fare il 90% del tuo fatturato con i corsi per fare soldi con l'ecommerce. Ed aver ingranato uno o due prodottini per 3 mesi. Se non ci mostri gli ecommerce e comunichi come un fuffaro, non puoi scandalizzarti quando vieni visto come fuffa. E ti becchi il meme.


Poi, Matteo, visto che eri in vena di impartire lezioni a che l'ecommerce lo fa da quando tu andavi probabilmente alle medie e, al contrario di ciò che hai detto e scritto (a proposito di chi parla senza conoscere) lo fa ancora oggi, ti mostro un esempio che dovresti seguire per accreditarti come esperto vero che è anche trasparente. Video sotto, dove a differenza tua mostro link diretto allo store, prodotto e business plan completi e dettagliati, di società italiane con agione sociale e partita iva in chiaro e bilanci depositati. Il video è di oltre 3 anni fa, ma ovviamente ancora molto attuale: ha il triplo delle visite (tutte in organico, come piace a te) del tuo video più visto sul tema. Guarda, prendi appunti ed approfitta delle critiche nel merito di un professionista per migliorare la tua comunicazione e, magari, prendere studenti di qualità e consapevolezza maggiore. Ammesso tu sappia gestirli.


Il resto dell'asfalto caldo, che offre come sempre la casa, lo stendiamo in diretta martedì prossimo. Ed è comunque un segnale del credito e del peso che ti ho voluto concedere, poiché la tua replica (pacata ed educata) è stata comunque molto utile e stimolante per fissare meglio concetti ai quali tengo e sui quali studio e lavoro da molto prima che tu iniziassi a vendere qualcosa online.

Naturalmente e senza nda e chiacchierate in privato, sei il benevenuto in diretta se vorrai. O semplicemente in chat. A presto.

Ps se vuoi un po' di formazione di qualità su come gestire la propria reputazione online ed eventuali crisi di personal branding, sono disponibile. Per voi ricchi guru di successo, sono 1000 euro l'ora. Invece di 3000. Ma solo fino a domani.

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