Il caso Armenti ci offre l'ennesima finestra su Idiocracy

Il caso Armenti ci offre l'ennesima finestra su Idiocracy

Sempre più spesso, mio malgrado, guardando le masse di menti elementari plagiate e manipolate in maniera tanto evidente, mi vedo costretto a citare le previsioni del film cult "Idiocracy" (sempre troppo sottovalutato). Era successo con il caso della famiglia nel bosco, dove la retorica per sempliciotti manipolabili riguardava il mito del "buon selvaggio" e della "natura buona pura", sta succedendo di nuovo con il caso che vede l'influencer ed imprenditore (perché questo è) Piero Armenti, de "Il mio viaggio a New York", sospeso per un anno dal consiglio di disciplina dell'ordine dei giornalisti della Campania.

La finestra su idiocracy potete aprirla leggendo i commenti dei fanboy e delle fangirl sotto questo post. Deprimente, avvilente e...preoccupante per la capacità di lettura e comprensione della realtà di molte (troppe) persone, così facilmente plagiabili da apparire inermi di fronte a strategie retoriche anche molto grette e facilmente individuabili.

La notizia, comunque, è la classica non notizia, nel senso che la spiegazione di quanto è accaduto è abbastanza ovvia, sulla carta autoevidente e quindi non relativizzabile: Armenti, de facto, fa l'imprenditore e l'influencer, non certo il giornalista professionista. Lo sanno tutti, lui per primo. E non dovrebbero esistere "secondo me" in questo caso. Per Armenti, per altro, ho provato una forte simpatia e tanta stima fino a qualche tempo fa, fino a quello che ritengo essere stato un cambio di rotta editoriale (ne parliamo più in basso) che ha svelato un volto, della persona, che mi ha fatto scadere anche il personaggio in generale.

In ogni caso, il fatto è semplice e non mistificabile: per essere iscritto all'albo dei giornalisti professionisti, come intuibile, una delle condizioni è che il tuo reddito venga in via prevalente dal lavoro giornalistico (giustamente si può diversificare con libri, conferenze, formazione, spettacoli teatrali ecc). Domanda semplice e secca: Armenti fa il giornalista? Guadagna come addetto stampa/pr/giornalista per le sue aziede, quando le promuove? Guadagna come giornalista da altre attività svolte a tale titolo, negli USA e/o in altri paesei? La risposta la daremo a brevissimo, con un video che lascerà a bocca aperta (e retrogusto amaro)...


Se la risposta è no,i perché non si è cancellato da solo dall'ordine?


Se è vero, come scrive Stefano Versace, direi abbastanza mosso da grande simpatia per il salernitano, che a costui non interessa nulla del tesserino da giornalista italiano, perché invece ha montato un caso internazionale per essere stato sospeso, condividendo il post dell'amico di Miami ed aizzando i suoi follower?

Il tutto senza argomentare nel merito perché il provvedimento sarebbe iniquo e, anzi, appellandosi alla solita retorica per boccaloni plagiabili sulla presunta "invidia italiana per chiunque abbia successo?". Sul serio? Ancora? Ma gli italiani sono anche quelli che hanno votato (e "tifato") Silvio Berlusconi in massa, per 20 anni. Quelli che oggi si schierano dalla parte di Armenti proprio solo perché è conosciuto ed ostenta il proprio stile di vita da expat che si "è fatto da solo".

Se ci sono in Italia, come in ogni altro paese, c'è chi invidia chi ce l'ha fatta in qualche modo, possiamo dire con assoluta certezza e proprio leggendo interventi come quello di Versace e relativi commenti a favore dell'imprenditore campano, che ci sono tantissimi altri che ritengono intoccabile chiunque faccia soldi, facendosi irretire dalla retorica spicciola del sefl made man, a quanto pare (per costoro) immune da ogni critica, pena il far trapelare "rosicamento".

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E ancora: se è vera questa teoria per sempliciotti, perché il tesserino non è stato tolto anche a personaggi molto più noti e di successo di Armenti? Non si capisce. O meglio, si capisce benissimo se sei uno abituato a studiare le cose in profondità prima di schierarti in base alle tue simpatie ed antipatie personali.

COME MAI SI SONO "SVEGLIATI" SOLO OGGI E...LA GAFFE RIPRESA DA BORRELLI

Una delle tante argomentazioni fantoccio dell'Armenti è:"Come mai si sono accorti solo oggi che faccio l'influencer/imprenditore e non il giornalista professionista?". Beh, caro Piero, sei un uomo intelligente e risoluto, non dirci che sul serio non te lo spieghi. Se per 10 anni giri in moto in centro città senza casco e non prendi multe, ma vieni sanzionato quando esageri, fai troppo casino con i tuoi scarichi non omologati e impennando ti schianti contro una vetrina, semmai dovresti considerarti un miracolato per gli anni di impunità, non soprenderti del fatto che (finalmente) qualcuno si sia accorto di te ed abbia deciso di intervenire.

E non potrai neppure appellarti al solito, troppo facile benaltrismo, invitando le autorità che ti stanno sanzionando a rivolgere le loro attenzioni "a chi delinque sul serio e uccide le persone".

Ci sono altri giornalisti che andrebbero sospesi o proprio radiati (tipo Francesco Fredella, da me scoperto a fare articoli agiografici ai fuffaguru o Mario Adinolfi con la sua "scommessa collettiva"). Sì, certo. Hai voglia: l'ordine è tutt'altro che perfetto e spesso grazia chi dovrebbe essere direttamente radiato, quasi a sembrare (?) corrotto e/o affetto da odioso doppio standard. Ma è pur vero che non può intervenire su chiunque sbagli, senza segnalazioni, in tempo reale.

In ogni caso, questo agire imperfetto, perché renderebbe te immune dall'osservanza delle regole? Provare a spostare l'attenzione su chi fa peggio e non viene punito, è di fatto un'ammissione indiretta di colpa ("ok, ho sbagliato, ma guardate chi sbaglia di più e non viene beccato"). Uno esperto come te, Piero, dovrebbe saperlo. Io mi sarei difeso diversamente, magari dimostrando che oltre all'attività commerciale e di promozione delle proprie attività (a mio modo di vedere non così scandalosa ed anzi legittima, poiché auto-evidente e trasparente), esiste un corposo lavoro giornalistico, che la percezione di terzietà, onestà intellettuale ed equilibrio nella maggior parte di chi ti legge è chiara. E invece, purtroppo, abbiamo assistito al solito vittimismo un po' furbetto che prova goffamente a spostare l'attenzione su dettagli poco influenti, mistificando la realtà ed usando i fan meno cognitivamente evoluti come scudo umano verso certe responsabilità.

L'EVENTO (PROBABILMENTE) SCATENANTE

Probabilmente, l'impennata con schianto in vetrina, che ha fatto partire la segnalazione e la relativa sospensione, potrebbe derivare dal suddetto cambio di "linea editoriale" che il sior Armenti ha avuto negli ultimi tempi, con post che parevano scritti (o girati, nel caso dei video) esclusivamente per far triggerare le persone, con provocazioni grossolane ed ostentazione di benessere spesso di dubbio gusto, che ricordava molto da vicino proprio quei fuggaguru emiratini da orticaria che tante volte abbiamo (giustamente) massacrato qui.

In un caso specifico, che vedremo a brevissimo, addirittura con insulti beceri e gratuiti nei confronti di potenziali dipendenti (definiti "schiavi di merda").