Google e Meta "alleati" degli scammer finanziari?

Google e Meta "alleati" degli scammer finanziari?

Non è certo un caso raro, quello che stiamo per raccontare: Google, sulla sua piattaforma video Youtube, non solo consente il passaggio di ads chiaramente scam (proprio come fa Meta su Facebook, che come vedremo e dimostreremo poi censura e banna invece chi le truffe vere le denuncia) ma, cosa ben più grave, una volta ricevuta la segnalazione ci risponde (in tempi anche brevi) che in realtà è tutto regolare e che l'ads non viola alcuna linea guida.

Se ne può quindi dedurre, in maniera abbastanza incontestabile, che per Google le pubblicità truffaldine che utilizzano l'intelligenza artificiale per proporre finte interviste con il chiaro scopo di rubare denaro ai più ingenui/fragili rispettano le "linee guida". Per Meta è anche peggio, visto che permette le ads scamm e regala ban a profusione a chi le ads scam prova a denunciarle.

Qui di seguito, potete vedere il video che abbiamo intercettato per caso proprio come adv pre-roll partiti su uno dei contenuti del nostro canale. Ma non è finita qui, perché ci sono altre policy e comportamenti/scelte di Google e Meta che lasciano scomenti e che...

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Esempio di pubblicità scam con utilizzo di AI per simulare interviste

IL COPYRIGHT PRIMA DELLA CREATIVITÀ?

Di fatto dimostrano un'attenzione un po' troppo ossessiva per la tutela del copyright, fino al diniego costante dello stesso "fair use" e quindi del sacrosanto e ben più importante diritto di cronaca e critica.

Non di rado, infatti, i canali Youtube subiscono strike immotivati e devono combattere con segnalazioni strumentali e lanciate con il chiaro scopo di imbavagliare contenuti scomodi, che di certo non sono pubblicati in violazione del diritto d'autore.

O, ancora, si pensi alla facilità con la quale sempre su Youtube finiscono oscurati video interi per presunte e mai ben chiarite "violazione della privacy" di chi ha fatto la segnalazione.

Nelle comunicazioni non c'è la trasparenza necessaria: Youtube si limita a comunicarti che il video è stato reso non visibile in alcuni paesi per violazione della privacy di qualcuno. Non ti dice perché, dove, come e quando avresti commesso la violazione, né ti concede l'opportunità di rimediare all'eventuale errore con un editing, oscurando l'intero video.
Gli appelli/ricorsi che puoi fare compilando il form, sono del tutto inutili e dopo decine di tentativi abbiamo avuto il 100% di conferme per l'oscuramento.

OTTIMI PROFESSIONISTI, CHE DA SOLI NON BASTANO

Solo grazie all'intervento personale di Diego Ciulli (Head of Government Affairs and Public Policy, Google Italy), siamo riusciti a mettere un freno ai danni dovuti ai fake report, che continuavano a far sparire i nostri contenuti senza alcuna ragione valida. Prima che lui ci ascoltasse, avevano non pochi video ingiustamente rimossi a seguito di report che dovevano apparire chiaramente infondati anche agli occhi di sistemi automatici.

Ci chiediamo: è però accettabile che, una multinazionale come Google, debba dipendere dall'intercessione di un singolo dipendente (se e quando riesce a rispondere), non riuscendo ad implementare sistemi di moderazione e secondo controllo più efficaci, investendo anche su staff formati e preparati di esseri umani?

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SEGNALAZIONI INUTILI

Ok, vi direte a questo punto provato a trovare un po' di autoconforto:"Almeno, però, una volta che segnali la truffa evidente, Google provvede ad eliminare immediatamente l'inserzione e a bannare per sempre l'azienda connessa".
Speranza per lo più vana, perché in realtà Google ci conferma che dopo il controllo non rimuoverà nulla, visto che nulla risulta fuori posto. Addirittura ci sarebbe un team "Trust & Safety" dedicato al controllo delle inserzioni. Sarà un team composto da sordociechi? Perché altrimenti la decisione che leggete sotto non si spiega.

L'inserzionista risulta tra l'altro "verificato" come identità da Google (forse dello stesso, attentissimo team). Il nome della società titolare dell'inserzione è, come potete leggere di sotto, "Yojoy Network Technology Co" ed è di Hong Kong. Non si sa altro, a parte che propongono scam impunemente su Google.



META/FACEBOOK: UN ALTRO DISASTRO

Come detto in incipit, però, anche Meta da tempo permette a vere e proprie ads scam di proliferare ed ingannare i suoi iscritti, i cui dati vengono usati proprio per permettere agli scammer di arrivare al target potenzialmente migliore.

Non solo, la nuova frontiera è il furto d'identità di personaggi abbastanza noti sul web, per utilizzare i loro volti promuovendo con maggior credibilità i consueti investimenti con rendimenti certi, elevatissimi quanto ovviamente inesistenti.

Dopo lo youtuber Pietro Michelangeli, che ne ha parlato su Fufflix qui, anche Davide Marciano di affarimiei si è visto il suo volto inserito in numerose ads scam, che promuovevano presunti investimenti vincenti suggeriti in altrettanti presunti gruppi Whatsapp, pronti dare segnali d'investimento in grado di garantire profitti da urlo. Inutile dire che sono solo trappole dove il denaro può essere solo perso e mai guadagnato. Di seguito uno dei tanti, deprimenti e preoccupanti esempi.

Volto e nome di Davide Marciano impropriamente utilizzati in un'ads scam di Facebook

La beffa è che, come per Google, spesso si segnala l'inserzione e, per gli "efficacissimi" sistemi di controllo di Meta, è tutto ok. Al contempo, però, Facebook rimuove di continuo (e conferma la rimozione anche dopo una seconda revisione) contenuti che servono a sensibilizzare gli utenti proprio contro chi vende sogni di facili e rapidi guadagni.

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Un esempio eclatante quanto imbarazzante è questo mio post, che non solo è stato rimosso come "proposta di truffa finanziaria", ma ha portato anche ad un mio ban di ben 7 giorni dalla piattaforma. Arrecandomi quindi disagi e danni, visto che con Facebook chi vi scrive ci lavora. Non poter utilizzare gruppi e gestire inserzioni per una settimana, per altro senza aver violato alcuna regola della piattaforma e/o legge, è inaccettabile!

Post censurato come "truffa finanziaria" a Germano Milite

Anche in questo caso, richiesto il controllo e confermati rimozione del post chiaramente ironico ed utile a far riflettere e ban di una settimana, in particolare dai gruppi, sui quali in effetti non ho pouto postare o commentare fino al 27 febbraio.

Facebook conferma rimozione dopo secondo controllo
Accusato di aver proposto una "frode finanziaria", vengo bannato per 7 giorni

La chat con l'assistenza clienti (si fa per dire, visto che di base tutto quello che possono fare questi poveri ragazzi è inviarti link inutili alle FAQ) è se vogliamo ancora più frustrante e sembra uscire direttamente dalla puntata di qualche serie tv dedicata al futuro distopico, dove esseri umani si abituano ad agire e rispondere come robot. Giudicate voi, infatti, quanto può essere avvilente una risposta come quella che ho ottenuto

La risposta dall'assistenza

Praticamente ammettono anche di aver visionato il post, loro che dovrebbero essere creature pensanti. E tutto quello che sanno dire è:"Ok, ti capiamo ma...devi seguire le linee guida". Ma quali linee guida, mannaggia Zuckerberg? Esistono linee guida contro il sarcasmo?
Siamo al delirio: giornalisti e creator che denunciano le truffe, vengono censurati e bannati. Lo stesso gruppo Facebook di Fufflix, ogni tot mesi riceve alert che dicono:"Attenzione, il tuo gruppo richisa di essere disabilitato perché hai diverse violazioni delle linee guida".

E quali sono queste fantomatiche violazioni? Stiamo provando a truffare qualcuno? Mannò, ovviamente: si tratta solo di utenti che, volendo denunciare una truffa vera condividendo uno screen della stessa, vengono inquadrati non come critici dello scam ma come propositori e...bannati.

Post di denuncia rimosso per "truffa finanziaria"

Il post rimosso che vedete, l'ennesimo ingiustamente cancellato dai filtri automatici, riprendeva infatti la proposta chiaramente ingannevole di questa ragazza, che nei suoi video (tranquillamente reperibili su Instagram) arriva a promettere il 300% di rendimento mensile a chi investe anche piccole cifre.

Un utente ha fatto lo screen al testo della sua inserzione, condividendolo sul gruppo con un commento chiaramente critico, per mettere in guardia tutti e quindi con l'evidente fine di porre un "alert" sulla possibile truffa.

E Facebook, lasciando invece attiva l'inserzione, ha rimosso il post che ne parlava in maniera giustamente critica.

A conti fatti e riflettendoci, pare che in particolare Meta voglia tutelare gli scammer (che tanto pagano fior di quattrini per comparire nei nostri feed) e punire chi gli scammer li denuncia.

Il paradosso, infatti, è che i ban continui come visto li patiamo noi che ci prodighiamo per segnalare le truffe e non in truffatori stessi, liberi di spendere e spandere sulla piattaforma facendo incetta di lead da spennare.

Com'è possibile che, a livello europeo, non ci si muova per imporre a realtà oligopoliste (e monopoliste de facto in certi settori) un sistema di controlli molto più efficace? Di fatto, in questo modo, si rendono complici degli scam promossi senza freni.

Ossessionate dal contrasto del cosidetto "hate speech" (con il risultato di rendere impossibili semplici quanto legittime critiche) e dalla tutela di privacy e copyright, sembrano volerci trasformare in una sorta di esercito di Ned Flanders totalmente rincoglioniti. E non è accettabile, per niente.